Archive for Maggio, 2012


Peperoni Imbottiti

I come Isernia

Chi spera a re Luotte, sta sembe a pancuotte

Ed eccoci ad isernia, in terra molisana, per la nuova tappa dell’abbecedario, che inesorabilmente continua il viaggio lungo lo stivale. Sono giorni particolari per l’italia, tra attentati, terremoti, crisi e quant’altro. Così, facendo sentire la nostra solidarietà in quel di Brindisi e in terra emiliana (eh si, purtroppo i super poteri dell’UB si limitano solo alla cucina e rimane inerme di fronte a certi avvenimenti), ci fermiamo in Molise per le nuove sfide culinarie.

Ringraziando Rosa Maria, ospitante della lettera i, passiamo alla prima ricetta preparata per l’occasione, i peperoni imbottiti.

Dosi:

  • 6 peperoni
  • 10 filetti di acciuga
  • 250g di pan grattato
  • 150g di salsa di pomodoro
  • Basilico
  • Prezzemolo
  • Peperoncino
  • Olio extravergine d’oliva
  • Sale

     

Preparazione:

Abbrustolire i peperoni sulla fiamma o alla brace, immergerli nell’acqua fredda, spellarli, pulirli accuratamente e asciugarli. Con il pangrattato passato nell’olio bollente e appena dorato impastare il ripieno con le acciughe tagliate, il prezzemolo, il basilico, il peperoncino, un poco di sale. Riempire i peperoni, aggiunger abbondante olio e mettere in un tegame, coprendo con il pomodoro passato, aggiustato di sale e allungato con acqua. Mettere nel forno a 180° bagnando il ripieno di tanto in tanto con il fondo di cottura. Dopo un’ora di cottura togliere dal forno e servire immediatamente.

Ecco il risultato…l’UB ha “volutamente” fatto abbrustolire un po’ di più il tutto…

 

Riso al latte

Arroz con Leche
(Riso al latte)

La mejor medicina es la buena comida

Era una notte buia e tempestosa, in un paese sperduto…ah no, non era così tragica, meglio ricominciare…era una sera noiosa e mite, in una città come tante…uhm, no, non era neanche così anonima…l’UB non riesce a mentire e a romanzare. Era una sera calda e piacevole, in una città fantastica (Barçelona), dopo una serata passata a girovagare con l’intrepida Aiuolik per le bellezze e le attrazioni catalane. Ovviamente il tutto culminato in un ristorante locale, e tra una Fideuà e una Paella giunge il momento del dolce. Lettura rapida…riso con latte. Dolce? L’UB ancora non conosceva questa ricetta particolare, ma sotto consiglio dell’intrepida non poteva non tirarsi indietro dall’ennesima sfida. Il risultato è che ha assaggiato un piatto squisito, tanto che si ripromise di farlo con le proprie mani un giorno.
E quel giorno è arrivato, e finalmente l’UB può ora dirsi capace di preparare anche un dolce. E che dolce, seguendo il ricettario spagnolo per eccellenza (1080 recetas de cocina) è venuto alla luce un piatto “maravilloso”.

Dosi per 6 persone:

  • 6 cucchiai di riso
  • 1 scorza di limone intera
  • ¾ l di latte
  • 8 cucchiai di zucchero
  • acqua
  • cannella in polvere

Preparazione:

Portare ad ebollizione abbondante acqua, e aggiungere il riso. Cuocere per circa 10 minuti. Nel frattempo in un’altra pentola mettere il latte a bollire con la buccia di limone. Scolare il riso e versarlo nel latte bollente. Mescolare e lasciare altri 12 minuti. Togliere dal fuoco, aggiungere lo zucchero e mescolare. Rimuovere la buccia di limone e versare in tazze o ciotole, lasciare raffreddare, mettendole in frigo eventualmente. Il composto deve risultare abbastanza brodoso, in modo che rapprendendosi in frigo non diventi troppo denso. Guarnire con cannella in polvere prima di servire.

Ed ecco il risultato….¡Buen provecho!

G come
Genova

In colpevole ritardo, postiamo la terza e ultima ricetta ligure…in ritardo, ma non per questo potevamo tirarci indietro dal pubblicare questa ricetta. Così, dopo aver fatto mea culpa, completiamo il viaggio in Liguria con questa gustosissima ricetta a base di pesce, e non poteva essere altrimenti, sia per il luogo, sia per i gusti dell’UB. Si, il baccalà è uno di quei piatti-calamita per lui…o forse è meglio dire calamità, quando il vostro supereroe si mette ai fornelli il rischio di disastri è sempre dietro l’angolo. Ma per la serie “il pericolo (culinario) è il mio mestiere”, ecco la ricetta del baccalà in agrodolce!

Dosi per 4 persone:

  • 1 Kg di baccalà ammollato
  • 10g di funghi secchi
  • 20g di concentrato di pomodoro
  • Uno spicchio d’aglio
  • Rosmarino
  • 1 bicchiere di vino bianco
  • 2 cucchiai di aceto di vino
  • olio
  • Una manciata di pinoli

Preparazione:

Lasciare il baccalà in ammollo per 24 ore, cambiando l’acqua frequentemente. Se invece adoperate il baccalà già ammollato, procedere con la preparazione. Scottare il baccalà in acqua bollente per togliere la pelle e tagliarlo in pezzi non troppo grossi. Far soffriggere in un trito di rosmarino, aglio e funghi secchi (fatti ammorbidire in acqua tiepida) ed abbondante olio. Dopo un quarto d’ora circa, aggiungere vino bianco, aceto di vino e il concentrato di pomodoro. Lasciare cuocere quindi per un’altra mezz’ora circa aggiungendo i pinoli e qualche cucchiaio d’acqua.

Ed ecco il risultato, apprezzato alla grande dall‘UB:

Per concludere, ringraziamo ancora una volta Kristina e tutti i partecipanti all’abbecedario. L’UB è intanto pronto per la nuova tappa, lo stomaco è sempre libero per le nuove sfide…

Trenette col Pesto

G comeGenova

L’é megio avei e braghe sguaræ ‘nto cù che o cù sguaròu ‘nte brâghe

Riassunto della puntata precedente: l’UB prepara il pesto alla genovese per l’abbecedario….ma una buona salsa che si rispetti deve essere provata in un vero piatto tipico…ma quale provare? Qui i ricordi dell’UB sono giunti in suo aiuto, rievocando la prima visita genovese del vostro supereroe mascherato. Era un’afosa giornata di Agosto del 2009…2010….boh, la memoria dell’UB è veramente scarsa…comunque, di certo era Agosto, e di certo è stato a genova. Una giornata passata insieme alla fida sorella Bath girl e al fido (insomma) cognato ButtMan all’acquario. E proprio alla fine della visita, dopo una mattinata passata a chiedersi che sapore potesse avere un Pesce Chirurgo o un Piraña con conseguente fame improvvisa, che i suoi ricordi si fermano e gli danno l’idea. Si perché la visita fu seguita dal pranzo in trattoria tipica, e proprio là l’UB ebbemodo di assaggiare una specialità da leccarsi i baffi…le Trenette cö pesto.

Ed ecco che il resto vien da sé, con la preparazione del piatto e conseguente abbuffata…

Dosi per 4 persone:

  • 400 g di trenette
  • 4 patate piccole
  • 40g di fagiolini verdi
  • 50/60g di pesto
  • 50g di parmigiano grattuggiato

Preparazione:
In una pentola mettere a bollire in acqua salata le patate tagliate a cubetti e i fagiolini. Quando saranno quasi cotti, aggiungere le trenette, mescolare e concludere la cottura quando la pasta è al dente; scolarla assieme alle patate e ai fagiolini e condire con il pesto, diluito precedentemente con un mestolo di acqua di cottura della pasta. Servire con formaggio grattugiato. Mangiare a volontà!!!

L’UB consiglia, visto che si parla di genova (e quindi di lanterne), il seguente film:

Nel salutarvi e ringraziare ancora Kristina, vi diamo appuntamento alla prossima cena ligure…anzi, alla prossima çenn-a

Pesto alla Genovese

G comeGenova

Panza affama’ no sente raxon

Genova, terra di antiche tradizioni e importanti eventi e personaggi storici…Cristoforo Colombo, la repubblica marinara, il genoa e la Sampdoria, etc… ma terra soprattutto di profumi e sapori unici.
E proprio a genova l’UB è particolarmente legato, pur avendola visitata solo un paio di volte, per un evento importante…se la persona interessata leggerà questo articolo, saprà che mi riferisco a lei…

Ma torniamo al punto cruciale di questo articolo. Era una sera di Febbraio, l’UB si trovava ancora in terra catalana a riflettere sui perché della vita, sulle questioni filosofiche sull’esistenza, a pensare al futuro dell’umanità….in poche parole, si tracannava l’ennesima birra davanti al pc prima di cazzeggiare per le strade di Barçelona con l’intrepida Aiuolik!!! E visto che aveva ancora un po’ di tempo prima di uscire (si, l’UB è un uomo puntuale al secondo), cominciò a organizzare il blog per le future ricette. Quando l’UB lesse la lista degli appuntamenti per l’abbecedario, arrivato alla g di genova non ebbe nessun dubbio…la prima ricetta da provare doveva essere il pesto…senza se e senza ma. E volete che il vostro sperimentatore folle non tenga fede alle sue intenzioni? Ecco quindi la prima ricetta ligure, il “Pesto ä Zeneize”, preparato dopo una mattinata passata a pestare sull’apposito mortaio. Ma prima un ringraziamento a Kristina per l’ospitalità nel suo blog della tappa ligure. Le dosi riportate sono sufficienti per condire circa 600g di pasta.

Dosi per il pesto alla genovese:

  • 50g di foglie di basilico fresco
  • ½ bicchiere di olio e.v.o.
  • 6 cucchiai di parmigiano
  • 2 cucchiai di pecorino
  • 2 spicchi d’aglio
  • 1 cucchiaio di pinoli
  • Sale grosso

Preparazione:

Innanzitutto munitevi di mortaio, pestello e soprattutto pazienza! Lavare le foglie di basilico in acqua fredda e metterle ad asciugare in un canovaccio. Due parole sul basilico: quando si metteranno nel mortaio bisogna fare attenzione a non tranciarle; infatti le sostanze essenziali del basilico sono contenute nelle vene delle foglie, perciò è meglio stracciare le foglie con movimenti rotatori del pestello, piuttosto che pestarle pesantemente.

Inizialmente nel mortaio si pesta l’aglio, per poi aggiungere qualche grano di sale grosso e le prime foglie di basilico. Iniziare il pestaggio nella maniera indicata precedentemente, aggiungendo via via le foglie. Una volta che le foglie sono state tutte pestate, e si sarà ottenuto un denso composto verde brillante, aggiungere i pinoli fino a tritarli e amalgamarli al composto.

Aggiungere via via il formaggio e successivamente l’olio, versandolo a goccia. La lavorazione deve avvenire a temperatura ambiente. Se decidete di usare un frullatore o un mixer, è meglio lavorare il composto “a scatti”, per evitare che le lame si surriscaldino troppo e sorgano problemi di ossidazione del basilico, rovinandone il sapore.

Ed ecco il risultato:

Esperimento riuscitissimo!!!!!

grande richiesta, torna il consiglio cinefilo…ovviamente parlando di Liguria, e di genova, non si poteva non scegliere una serie di film cult del cinema italiano…

…e come colonna sonora un brano di una cantante genovese che fece successo negli anni ’80…molto successo…o forse è la cantante ad aver avuto un certo successo…soprattutto un paio di cose della cantante hanno avuto successo…

 

Impastoiata Umbra

F come

Foligno

Terza e ultima ricetta per la tappa umbra dell’abbecedario, dopo l’insuccesso precedente l’UB tenta di rimediare e rialzare la testa rimettendosi ai fornelli. La ricetta scelta è l’impastoiata, piatto a base di polenta, antica ricetta contadina, che può essere servita calda o come antipasto, se fredda e tagliata a fette.

Con questa ricetta si conclude la tappa umbra dell’UB, ringraziando Cristina per l’ospitalità… siccome le precedenti tappe non hanno visto nessun ringraziamento agli ospitanti su queste pagine rimediamo ora a questa mancanza, ringraziando anche Mony, Bri, Marta, Stefy e Cindy.

 

Dosi per 4 persone:

  • 250g di fagioli
  • 200g di farina di mais
  • 1 cipolla
  • 80g di lardo
  • Maggiorana
  • 1 litro circa di brodo
  • Olio
  • Sale
  • Pepe

 

Preparazione:

Se i fagioli sono secchi, lasciarli ammollo una notte intera e scolarli. Lessarli in acqua salata. Nel frattempo tritare la cipolla e il lardo, e rosolarli insieme alla maggiorana con poco olio. Unire il brodo caldo e portare ad ebollizione. Aggiungere poi la farina di mais mescolando di continuo per 45/50 minuti. Aggiungere i fagioli scolati, pepare e lasciare insaporire qualche minuto prima di servire.

Ora sotto con la G!!!!!

F come
Foligno 

Chi va co lu cioppu o ciòppica o scjanchìa.

Seconda ricetta per il nostro omaggio all’Umbria per questa tappa, anche se non è un grande omaggio, visti i danni combinati dall’UB. Eh si, perché il vostro eroe ha ancora un rapporto conflittuale con i dolci, è ancora alle prime armi in questo campo, e gli effetti si vedono. Ma poteva un supereroe privarsi del suo senso di giustizia e correttezza? Non ci sembrava giusto postare solo i successi, quindi eccoci qua. A commentare un mezzo insuccesso…si, perché l’UB non ha fatto i conti con la cottura in un piccolo forno, e ha sbadatamente lasciato il composto qualche minuto più del dovuto, bruciacchiando il piatto scelto per l’occasione. Comunque, aspetto lugubre a parte, il sapore è rimasto preservato dal ciclone UB.

La ricetta scelta è quella del Torciglione, tipico dolce umbro a base di mandorle, dalla forma di un serpentello (in realtà la forma è dovuta a un tributo alle anguille del lago Trasimeno).

Dosi:

  • 500 gr mandorle dolci
  • qualche mandorla amara
  • 300 gr zucchero
  • 3/4 cucchiai di alchermes
  • 3 albumi
  • 1 tuorlo
  • 40 gr di pinoli
  • 1 scorza di limone grattugiata

Preparazione:

Sbucciare le mandorle (sbollentarle per qualche minuto per togliere la buccia facilmente), macinarle finemente e impastarle con lo zucchero, l’alchermes, il limone, e gli albumi sbattuti. Lavorare il tutto fino ad ottenere un impasto consistente, dando poi la forma di un serpente, assottigliato in coda e dando una forma più bombata al capo.

Pennellare con il rosso d’uovo e ornare il corpo con i pinoli. Al posto degli occhi mettere due chicchi di caffè e per simulare la lingua usate una mandorla o un pezzo di carota modellato con forma biforcuta. Disporre il serpente sopra una placca da forno ben unta di olio o con della carta da forno e cuocere a calore moderato per circa 40 minuti.

Ecco il mesto risultato ottenuto dall’UB…sicuramente chiunque provi la ricetta riuscirà a prepararla nel modo giusto…ma prima o poi l’UB avrà la sua vendetta sul torciglione…

F come….fallimento